Antonio Perilli

Antonio perilli

Antonio Perilli è nato a Cermignano (TE) nel 1953. E’ laureato in Architettura ed ha conseguito il diploma di laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera con il massimo dei voti e lode. Ha insegnato per alcuni decenni Disegno e Progettazione, Storia dell’Arte e Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica, presso l’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Leonardo da Vinci” di Cologno Monzese (MI). Dal 2019 si occupa di arte a tempo pieno. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive.L’Arte è stata sempre la sua passione, dedicandosi sia allo studio e approfondimento teorico che all’attività artistica, iniziata fin da ragazzo, partecipando con i suoi lavori a rassegne d’arte. Ma è dal 1992 che le sue presenze in manifestazioni pubbliche si sono fatte più assidue, esponendo in numerose mostre personali, collettive e rassegne di pittura. 

Alla Rassegna internazionale Europ’Art di Ginevra,  ne sono susseguite altre, tra cui  Arte Padova,Fiera internazionale d'Arte "Vicenza Arte”; Fiera del Garda, Mostra Mercato Nazionale d'Arte, Montichiari,  Brescia; Immagina Arte Fiera, Reggio Emilia; Biennale Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Lecce; Rassegna d’Arte Contemporanea a Meda (MB); Collettiva a Madonna di Campiglio (Tn); Collettiva “Fiore all’occhiello” Arte e luce, Centro Culturale e Galleria d’Arte Zerouno, Barletta; 1^ Biennale della creatività di Verona, inaugurata da Vittorio Sgarbi; Esposizione Triennale di Arti Visive, Roma, ediz. 2014 e 2017 inaugurate dal Prof. Achille Bonito Oliva.  Collettive a Firenze, Roma, Torino, Palermo, Parigi, Pescara e altre ancora. 

Personali in varie città italiane, tra cui  Atri (Te), Giulianova (Te); Cagnano Varano (Fg), Sora (Fr), Roseto degli Abruzzi, (Te) Cinisello Balsamo (Mi), Mattinata (Fg) Peschici (Fg) Sesto San Giovanni (Mi), Vico del Gargano (Fg), Carugate (Mi), Cologno Monzese e altre ancora.

Fiere

 2002   - Fiera internazionale Europ’Art, Ginevra con l’Istituto Grafico Italiano. 

-        Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea “Arte Padova”, Padova con l’Istituto Grafico Italiano.  

2005

- Fiera internazionale d'Arte "Vicenza Arte", Vicenza. 

- Fiera del Garda, Mostra Mercato Nazionale d'Arte, Montichiari,  Brescia.  

2007

- Fiera internazionale “Immagina Arte Fiera”,  Reggio Emilia.

2014

- Fiera d’arte Moderna e Contemporanea “Arte Cremona”,

2020 

-        Affordable Art Fair , Superstudio Events, Milano, con ExpArt Studio &Gallery

-        31^ Mostra Mercato d’Arte Moderna e Contemporanea “Arte Padova”, Padova

Premi e riconoscimenti nel corso della propria carriera artistica pur di aver raramente partecipato a concorsi.

 

      1992 

     -    1° Premio assoluto "Cristoforo Colombo", Milano; 

-        Medaglia d'argento del Comune di Milano. 

1993 

-    Premio speciale dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Cinisello Balsamo.

     -   2° Premio a tema, dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Cinisello Balsamo.

     -   Premio acquisto, Vico del Gargano (Fg), Concorso internazionale di pittura “Premio San 

         Valentino”. Comunità Montana del Gargano.

-        Premio acquisto - Tollo (Ch), Concorso nazionale di pittura “Bacco fuggitivo...”

1999 

-  2° Premio: Targa d'argento della Provincia di Milano. 

-        Premio ambiente 1999, conferito dalla Rivista "Ambiente duemila", dal Centro Europeo Studi AMBIENTEARTE 

2000  

-         Targa della Città di Ischitella (FG)

2001 

-         3° Premio: trofeo del Comune del Comune di Cinisello Balsamo

2002

-         Trofeo del Comune (Opera più votata dal pubblico) - XIII Concorso di pittura, Cinis Aeli Club, Cinisello B.mo

2012 

-        Premio della critica - Biennale Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Castello Carlo V, Lecce 

2016  

-        Primo classificato, Biennale di Pescara Arti Visive “Pescarart”, Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna. 

Collaborazioni

Nel 2012 inizia la collaborazione con la Galleria Art&Co di Milano con la collettiva “Influenze” presso la stessa Galleria, a cui fanno seguito varie altre collettive con la stessa Galleria. Nel 2013 inizia la collaborazione con La Galleria Orler. Nel 2018 inizia la collaborazione con ExpArt Studio&Gallery

Giudizi critici

Punti di Vista di Roberta Filippi

Il colore come energia vitale, istintività, gestualità

(…) Una sorta di simbologia è leggibile nell’opera di Antonio Perilli, quando nei suoi dipinti riesce a fondere, compensando un po’ i due aspetti, quello della figurazione e quello dell’astrazione. Ora, anche in questo artista, segno e colore sono degli aspetti fondamentali. 

(…) La materia, il colore, è essenziale per cogliere quella che è l’energia del gesto. Attraverso la materia l’artista cattura le diverse sfumature di luce, coglie quelle che sono le vibrazioni dell’ambiente, l’energia che è propria di un luogo. Giocando con i colori descrive anche quello che è il trascorrere del tempo. Ad esempio possiamo riconoscere le stagioni. Nel verde bruno c’è l’autunno. Nel giallo arancio c’è l’estate. Oppure possiamo individuare quelle che sono le diverse ore della giornata. Nel blu intenso, nel violaceo, l’artista cerca di esprimere, magari, la notte, quindi il sogno, l’immaginazione. E quindi l’artista non racconta la realtà nella sua figurazione, non la imita, ne descrive, in questo modo, la percezione, la sensazione che il mondo reale, la natura, gli offre. Quella percezione che dà, poi, emozione. Ed ecco allora che la velocità del segno, la potenza espressiva del colore, raggiungono la sfera emotiva, anche in un artista come Antonio Perilli. 

(…) Quindi segno, gesto, colore, luce, sono gli aspetti fondamentali, punti fermi, dell’arte di Antonio Perilli. L’artista gioca con la luce, con la luce naturale che va a colpire il dipinto, e la luce artificiale, che riesce a ricreare nell’immagine, attraverso le combinazioni cromatiche. Una luce che risulta sempre suggestiva, che accresce, quindi, quella che è la luminosità già naturale del colore. Perché il colore già di per sé è un colore luminoso, è un colore solare, è un colore appariscente, quello che utilizza Antonio Perilli, e che è, quindi, espressione anche di calore emotivo. Il colore ha, quindi, il proprio fascino. Va ad accrescere la potenza, la forza, l’energia, del gesto pittorico. E questo indipendentemente, poi, dalla scelta cromatica che viene fatta. Perché comunque sia esso un colore scuro, tanto da risultare più pesante, oppure un colore solare, fresco, da dare un effetto di maggiore leggerezza, sicuramente il colore raggiunge la sensibilità di chi osserva.

Roberta Filippi

 

“Figurazione e astrazione si compensano nella pittura di Antonio Perilli. Punto di riferimento per i suoi quadri è la natura, il paesaggio, resa, però nella sua essenza più intima, come visione interiore che necessariamente sarà astratta, perché raffigura l’idea, la sensazione, che l’elemento realistico e naturalistico offre. Antonio Perilli inizia a dipingere fin da piccolo e continua a coltivare questa passione anche con un percorso di studi. Si laurea in architettura, ma è sempre più affascinato dai vari movimenti artistici. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera e consegue il diploma di laurea in Pittura. Insegna, poi, Disegno e Progettazione presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Leonardo da Vinci” di Cologno Monzese. Il suo stile è originale e piacevole. Un naturalismo astratto che gioca sulla ritma cromatica e la plasticità del segno. L’artista non tenta di imitare la realtà ma nel colore ne coglie le infinite vibrazioni, l’energia, che un ambiente, una stagione, una situazione, sprigiona. Ecco che il colore è lasciato cadere sulla tela con estrema spontaneità, nervoso, ma carico di quella luce e quel calore che infondono positività. E’ la percezione della natura che dà emozione nelle opere di Antonio Perilli. Lo sguardo dell’osservatore si perde nell’immagine, nelle pennellate intense, nelle spatolate dinamiche e sicure e raggiunge il cuore del dipinto, scopre la mente, l’interiorità dell’artista. Una mente poliedrica e innovativa che continua a sperimentare nuove soluzioni artistiche mettendo sempre al centro dell’attenzione il colore e la sua materialità. Un colore che è luminosità anche quando la luce è artificiale perché deriva dall’inserimento di cristalli di vetro. Suggestivi giochi di luce caratterizzano infatti l’ultima produzione di Antonio Perilli. I fasci luminosi vanno ad accentuare il colore in tutte le sue sfumature lasciando percezioni diverse all’occhio umano, che cambiano a seconda della posizione dello spettatore. E’ sempre la natura il soggetto dell’immagine ma una natura più intima che si lascia interpretare in profondità da chi la osserva.”

Roberta Filippi

 

LA LUCE E L’INQUIETUDINE

APPUNTI SULL’ARTE DI ANTONIO PERILLI

La ricerca pittorica di Antonio Perilli,(…), si può collocare formalmente nell’ambito dell’astrazione, nel senso propriamente etimologico del termine, e si è andata articolando nel corso degli anni sperimentando differenti strutture compositive, e seguendo di volta in volta differenti “idee dell’arte”, con risultati che, al di là della piacevolezza estetica del combinarsi di forme colori, aprono ad altrettanti differenti e articolati orizzonti di senso. Tuttavia nella ridda di esperimenti si possono individuare alcune modalità competitive ricorrenti, sulle quali si innescano “variazioni sul tema”. Innanzitutto una serie di opere come Voglia di volare, Evasioni, Un nuovo mondo si strutturano sulla giustapposizione di ampie “tacche” di colore orizzontali o verticali che danno ritmo alla superficie: i colori sono tendenzialmente quelli “fondamentali”, ovvero il giallo e il rosso soprattutto, e a tratti tasselli più stretti o più piccoli di azzurro. Si tratta di opere che si reggono sulla contrapposizione: la verticalità contrapposta alla orizzontalità, ad angolo retto; il giallo contrapposto al rosso o al blu. Il richiamo potrebbe essere al cosiddetto “Tachisme”, una “branca” dell’Informale francese. E il tipo di sperimentazione in questo caso sembra rivolta ad aspetti chiave della composizione.

Il giallo e il rosso dominano anche in opere come la serie intitolata Oggetti sensibili, o in opere come Estate, Superficie giallorossa, ma qui siamo dinnanzi a ampie campire di colore dalle quali pare diffondersi una sorta di luce endogena e irradiante. Qui è piuttosto evidente una ricerca di essenzialità espressiva, un’indagine sugli eletti base costitutivi della pittura stessa: la pura luce, il colore puro. Con qualche reminiscenza della cosiddetta Pittura Analitica. 

E la luce è al centro anche di opere come Paesaggio urbano e Senza titolo 1 e Senza titolo 26. In questi quadri la luce affiora per «sottrazione»: il colore parrebbe essere graffiato via da ampie spatolate che aprono autentiche «finestre» di luce nelle campiture che coprono la superficie. 

Un analogo duplice processo, prima di stratificazione e poi di sottrazione di colore, appare nella serie di opere intitolate significativamente Paesaggi, in cui a tutti gli effetti l’elemento figurativo, icastico, è del tutto assente o latente. Si tratta di una sorta di sottile paradosso: potremmo definirli «Paesaggi non figurativi». 

In un’ultima sequenza di opere simili infine, opere come Tornando sui miei passi, Una luce illumina il cammino e Desiderio di primavera la superficie viene disseminata da uno sciamare di piccole chiazze di colore che ancora una volta scompongono la luce in un caleidoscopio policromatico. 

Altre opere poi costituiscono un punto d’incontro tra l’una o l’altra delle «variazioni sul tema» qui sopra rapidamente elencate. In alcuni casi invece sembrerebbero costituire degli autentici hapax, degli esperimenti unici. 

In generale dunque, nell’opera di Perilli, la sperimentazione di differenti forme è continua e sistematica, ma ad una attenta osservazione sembrano affiorare anche alcuni elementi portanti più o meno sempre presenti: innanzitutto una ricerca di equilibri ed armonia «anti-retorica», che rifugge le soluzioni facili e in generale il «già visto»; e poi un’attenzione assidua alla «luce». 

E se questa sorta di «inquietudine» compositiva e la sperimentazione sulla luce sono le caratteristiche ricorrenti allora è evidente che opere come Struttura luminosa variabile o Composizione luminosa variabile rappresentino al tempo stesso la sintesi e la sublimazione della sua ricerca: opere in cui il cambiamento è intrinseco e necessario nell’opera stessa e la «luce» è presente «letteralmente». 

Virgilio Patarini 

I pittori, lo dice la parola stessa, dipingono. E per una sorta di regola non scritta, l’artista non è tenuto a spiegare quello che ha dipinto. Da qui la fortuna della critica d’arte che, per paradosso, deve dare una decrittazione logica a quanto altra mente ha pensato e altro braccio ha compiuto.

Vi era stato, in realtà, intorno ai primi anni ottanta un movimento estinto poi sul nascere, che faceva dire agli artisti “il quadro è mio e glielo spiego io”. Ma, come sempre accade alle idee innovanti, questa alzata di scudi degli artisti avrebbe rivoluzionato i meccanismi che presiedono alla valutazione delle opere d’arte. Un pittore che si spiega da sé? Non sia mai detto.

Ma qualche impenitente artista che ha la cattiva abitudine di pensare anziché dipingere da qualche parte rimane ancora: come il caso, invero insolito e felice, di Antonio Perilli, dipintore ambientalista 

come pochi, che lavora in quella terra di nessuno che è il paesaggio alla frontiera tra espressione e astrazione, dove cielo e terra, vegetazione e meteorologie sono segnate da gesti e segni "al limite" dell'intuizione descrittiva e dove, miracolosamente, nella veduta d'insieme tutto si armonizza in questi ottenimenti di forte fonia cromatica.

Il lettore non si chieda tout de suite che cosa è la terra di nessuno tra espressione e astrazione e soprattutto come ci si arriva. Occorre andare per gradi e con la massima considerazione per la logica del pensato, come direbbe Emanuele Severino, filosofo. E occorre arrivarci dopo aver visto una sequenza di opere di Antonio Perilli, soprattutto quelle di chiara estrazione autobiografica (…) che possiamo definire opera madre di ogni in altra composizione, alla quale si dovrà fare riferimento per capire “la logica del pensato” del pittore di Cinisello Balsamo. È un fatto, che al chetarsi del concerto di colori, ti rimane quel certo senso di tutto armonico che è il denominatore di base per dare del naturalista ad un pittore.

Donat Conenna

 

Ammirare un quadro di Antonio Perilli è soprattutto esporsi ad una percezione del mondo e della natura la cui cromaticità ci emoziona, al punto da suscitare pensieri fatti di puro colore, che trasfigurano la natura stessa e la rendono rapporto intenso, unico, con chi osserva. E’ come se la nostra mente si appropriasse delle pennellate e delle spatolate del pittore per imbarcarsi in un viaggio che la condurrà in un mondo fatto di pura interiorità.

Rita  Pelusi

 

Perilli accoglie l’eredità delle neoavanguardie, specialmente quelle inerenti arte programmata e cinetica, e sviluppa un linguaggio che verte sull’istallazione ed il video di frammentazione, o meglio frattalità postmoderna

Daniela Lubrano

 

Antonio Perilli è un artista maturo, innovativo e poliedrico che si avvicina a ricerche differenti (...) continua sempre a studiare e indagare oltre la natura, attratto dalla sfera scientifica, si diletta in creazioni dai toni fervidi ed intensi”, (...) La materialità è diventata essenziale nell’arte di Perilli, intrisa anche di quell’energia che è la luce: con maestrìa acuta e ingegno imparagonabile si avvale di luce artificiale e naturale per creare sempre elementi nuovi ed innovativi...”

Anna Soricaro

 

Avvolgenti cromie pacate in un trionfo segnico caratterizzano l’opera de maestro Antonio Perilli. Si rimane colpiti dall’immediatezza percettiva e dall’impatto visivo che l’artista estrinseca nelle sue opere. Un Paesaggio. Il suo fascino viene rivelato ai nostri occhi con sapiente uso dei colori acrilici e a smalto. I suoi quadri ci fanno sentire parte integrante del mondo e partecipi di quella magia che è l’arte, veicolo di sensazioni di un autore, testimonianza tangibile della sensibilità umana.

Sandro Serradifalco

 

L’artista trasfigura segno e colore secondo le indicazioni già tracciate dall’astrattismo. Coniugando le ricerche sul gesto e quelle sullo spazio pittorico, si propone come un sistema autonomo di segni che non rimanda ad altro che a se stesso. Alla vera Arte.

Sandro Serradifalco

 

I paesaggi interiori di Antonio Perilli sono vissuti nell’animo, sono poesie riflesse. Nelle sue opere il maestro Antonio Perilli ha dato la misura della sua potenzialità creativa, poi, di anno in anno, come un subacqueo che emerga portando alla luce coralli proibiti, ha lasciato che trovasse accenti forti e risoluti: quelle linee vibranti, scaturite dalle mani senza un disegno precostituito, sono sature anche di malinconia: esprimono, tuttavia, una grande forza. Sono immagini di vita, che dal subconscio emergono in un caleidoscopio coraggioso che ritrova la realtà dell’immaginazione.

Salvatore Russo

 

L’interesse e l’importanza di questa composizione (Paesaggio 16, 2014, acrilico e smalto su tela, cm 80x60), sta nelle sue radici espressive degli anni cinquanta, quando molti pittori di corrente figurativa, passarono all’informale. Il dipinto in oggetto attinge alla poetica di Ennio Morlotti, in costante bilico tra il vero e la forma allusiva. in questo contesto l’autore, Antonio Perilli, conserva il suo amore per la natura e lo esprime tramite segni cromatici che ne evocano le forme.

Paolo Levi

 

Dobbiamo dare atto al pittore Antonio Perilli, ricco di talento creativo ed esecutivo di esprimere, attraverso una fantasiosa espressività di forme e di colori, le sue profonde emozioni nei confronti della vitalità e delle graduazioni di madre natura.

Stefania Bison

 

“L’opera pittorica di Antonio Perilli è prima di tutto ricerca. L’esperienza, comune a molti artisti, dell’imitazione della natura si è evoluta in un processo che ci catapulta nell’ “infinitamente piccolo” in cui l’artista è disceso al fine di studiare la luce o meglio ciò che succede ai fasci luminosi appena dopo gli impatti con le superfici. La ricerca dell’artista prosegue in parallelo con opere video che hanno come antenati le ricerche della Op-Art e della Gestalt...” 

Gerando Giurin

Antonio Perilli si fa partecipe di una elaborata architettura di forme astratte, portatrici di un linguaggio nuovo e di un messaggio da decifrare. Un nuovo modo percettivo e soprattutto rappresentativo del mondo, della realtà, delle emozioni.

Dino Marasà

 

La cromia diviene un misto con la luce. Gocce di colore si mischiano sulla tela e rivelano la potenza espressiva di una sintassi ben consolidata. L'artista percepisce ogni sfumatura della realtà e la trasforma in vivide impressioni informali. Pregevoli e accattivanti garantiscono una fruizione piacevole e soprattutto ricca di innovazione. Equilibrata interpretazione di una ricchezza d'intenti artistici costituisce un tessuto espressivo unico e formidabile. Riesce quindi con istintiva cromaticità a trasferire sulla tela le sue più intime emozioni, portando avanti una ricerca che non pone limiti all'immaginazione.

Serena Carlino

 

INCONTRO CON GLI ARTISTI PREMIATI A PESCARART 2016

Vorrei parlare in generale degli artisti e delle opere vincitrici del Premio Pescarart 2016 per le varie sezioni. (...) Io ritengo che un’opera sia il risultato di un lavoro che s’identifica con l’amore, l’intelligenza, la sensibilità, la personalità ed il mestiere dell’artista.
Per chiarire questo concetto, vorrei provare a riflettere e cercare la chiave di lettura che ci aiuterà ad entrare in queste opere: se l’arte è un atto libero, determinato solo dalla necessità di esprimersi e dal piacere di farlo, altrettanto libero e privo di qualsiasi coazione deve essere il piacere di capire. (...) Davanti ad una di queste opere si è soli, come davanti allo specchio; il gioco consiste nell’andare oltre le proprie conoscenze, attraverso lo specchio e trovarsi nel mondo dei tre artisti, come nel proprio mondo, dove le forme, le immagini, i segni, i simboli, la materia impreziosita dall’uso del plex, dalla fotografia e dalla pittura ci si pongono e si trasformano come in un inventario poetico in cui ci riconosciamo e che a volte ripercorrono itinerari creativi proprio come residui della memoria che, per una costante particolarità magica, si propongono come situazioni diversissime proiettate nello spazio in una sorta di allestimento teatrale dove gli interpreti sono appunto i temi: l’uomo, la natura, la libertà. 

Questi tre artisti se pur diversissimi tra loro, come dicevamo, riescono a riunire tutti questi concetti in maniera armonica. 

Le opere di Antonio Perilli mi fanno pensare ad un’architettura-scultura per la dinamicità, la razionalità, la progettualità e la fisicità come energia irrinunciabile per un’azione così complessa e poetica che assume significati simbolici e un carattere magico per l’iniziazione al mistero della rappresentazione, grazie anche alla luce e all’uso di materiali traslucidi che ne esaltano la preziosità materica. 

Albano Paolinelli